All’interno del Palazzo ottocentesco dei Parapiglia, in piazza Corrias ad Oristano, si trova il Museo archeologico Antiquarium Arborense, una notevole istituzione museale nata nel 1938 grazie all’acquisto della collezione privata più importante della Sardegna (la collezione Pischedda), con oggetti risalenti al periodo preistorico e protostorico, dal neolitico alla civiltà nuragica, ricca soprattutto di bronzi nuragici, ceramica etrusca, greca e romana.
L’esposizione stabile, che si può visitare al primo piano, conta 6 collezioni in totale costituite soprattutto da:
- strumenti di uso quotidiano,
- pesi da telaio,
- picconi,
- martelli
- e parte di corredi funerari.
All’interno troveremo urne funerarie, anfore, lucerne, piccoli contenitori per unguenti, provenienti specialmente dalla penisola del Sinis e dal sito di Tharros di cui può essere apprezzato anche un plastico dell’aspetto che probabilmente aveva nel IV secolo.
I reperti nel Museo Antiquarium Arborense
Numerosi sono i pezzi di età romana, paleocristiana e alto-medievale.
Tra i 10 mila reperti, i più significativi sono: la coppa con Ercole che lotta contro il toro di Creta, di produzione micenea e attica, un bruciaprofumi che raffigura Ercole con la leontè (pelle del leone) risalente ad epoca cartaginese, la collezione di ceramica etrusca proveniente da Tharros, la più ricca che sia stata rinvenuta fuori dall’Etruria, e i vasi in vetro soffiato di età romana.
Nella sala Retabli si trovano le tavole superstiti del Retablo di San Martino, del XV secolo, e del Retablo del Santo Cristo, del XVI secolo.
Curiosità: l’Antiquarium Arborense è l’unico museo dell’isola a disporre di una sezione espositiva dedicata ai non vedenti e agli ipovedenti.